Tavarnelle Val di Pesa, Piano strutturale

Tavarnelle Val di Pesa, Piano strutturale

Committente: Comune di Tavarnelle Val di Pesa (Firenze)
Oggetto dell’incarico: Redazione del Piano strutturale
Data dell’incarico: 16. 1. 2002
Stato attuale della procedura urbanistica: Il Piano strutturale è stato approvato il 26.4.2004
Progettisti: Paolo Baldeschi, Giovanni Maffei Cardellini, Alberto Montemagni, Daniele Pecchioli; Carlo Alberto Garzonio, geologo; Orsola Bolognani, Ambiente Italia, valutazioni; Pietro Bucciarelli, Irene Sabatini, Ufficio tecnico comunale

Stefano Fusi Sindaco

Il Piano strutturale di Tavarnelle Val di Pesa affida un ruolo centrale allo Statuto dei luoghi (ora trasformato dalle nuove leggi in Statuto del territorio) e, di conseguenza, alla definizione delle invarianti strutturali e della relativa disciplina di tutela. Il termine "invariante" non significa un elemento immutabile nel tempo, ma piuttosto con alcune caratteristiche non trasformabili o solo a particolari condizioni. Le "invarianti strutturali" non sono necessariamente elementi fisici (come edifici, aree, segni territoriali), ma anche relazioni fra elementi fisici (definiti come "strutture") o regole di costruzione e gestione del territorio. Il Piano strutturale di Tavarnelle definisce come "invariante strutturale" per la gestione del paesaggio agrario, la regola che ogni trasformazione degli impianti colturali deve assicurare l'equilibrio fra quantità di suolo persa per processi di erosione e quantità di suolo ricostituita per processi di pedogenesi. Invariante non è una particolare sistemazione del territorio agrario -a traverso, a girapoggio, a rittochino, ecc- bensì una regola di conservazione della fertilità del suolo che può essere rispettata in varie maniere e sulla cui opportunità vi è un largo consenso fra gli agricoltori. 

Un'altra scelta del Piano strutturale di Tavarnelle è di contenere la nuova edificazione all'interno del limite urbano. Il confine delle UTOE, coincide perciò con  il limite urbano, mentre la possibilità di edificazione edilizia al di fuori di questo limite, se non connessa ad esigenze di produzione agricola o a necessità particolari (come infrastrutture di servizio, impianti tecnologici di pubblica utilità) deve considerarsi del tutto eccezionale.

Nel Quadro conoscitivo particolare importanza assume la storia della trasformazione e gestione del territorio. La ricostruzione dei catasti storici, il reperimento di materiali che documentano lo stato del paesaggio in periodi critici (come ad esempio, il volo GAI del 1954, immediatamente precedente al grande esodo delle campagne e ai grandi processi di trasformazione degli ordinamenti colturali), documentano la permanenza di segni che definiscono l'identità fisica del territorio e che contribuiscono a rafforzare l'identità culturale della società tavarnellina e, più in generale, chiantigiana. Anche se il Piano strutturale, non traduce meccanicamente i segni persistenti in invarianti strutturali, tuttavia ne riconosce il ruolo fondamentale per uno sviluppo che non sia sostenibile solo dal punto di vista ambientale, ma assicuri alle future generazioni la possibilità di fruire dei valori culturali, storici ed estetici del bel paesaggio tradizionale collinare toscano - che qui trova una delle sue espressioni più alte - nei limiti di una loro compatibilità con un'agricoltura di alta qualità.

Il territorio comunale, ricompreso nel Sistema territoriale del Chianti, è stato suddiviso in due subsistemi, determinati dall’assetto idrogeologico e morfologico: il subsistema 1 Crinali e fondovalli della Pesa e il subsistema 2 Crinali e fondovalli dell’Elsa. La strada provinciale che unisce Tavarnelle con San Donato in Poggio è lo spartiacque fra i due bacini e individua anche il limite fra i due subsistemi. Per ogni subsistema ambientale, oltre agli assetti territoriali, si sono definiti il perimetro, le diverse U.T.O.E. e gli elementi per la valutazione degli effetti ambientali. Le unità territoriali organiche elementari quindi non coprono tutto il territorio. Sono la parte del sub-sistema con caratteri urbani da valutare e pianificare organicamente.

Per ogni U.T.O.E. il piano strutturale precisa gli obiettivi specifici, il dimensionamento massimo degli insediamenti, il limite urbano e la qualità e quantità minima di servizi ed attrezzature necessarie per assicurare il raggiungimento degli obiettivi generali del piano. La definizione di un limite urbano, che coincide con il limite dell’U.T.O.E., come detto in precedenza, ha un ruolo strategico nel disegno del piano. Dalla lettura del territorio, dalla sua morfologia e dai segni storici, sono stati individuati i perimetri che in sede di progettazione attuativa degli interventi di trasformazione, potranno diventare percorsi o tracciati da sottolineare con filari alberati e altre sistemazioni naturali in modo da formare quasi delle mura verdi. In questo modo definire i confini significa per Tavarnelle, Sambuca e San Donato in Poggio stabilire un disegno prioritario di lunga durata. Rappresenta una ricerca di identità e di peculiarità dell’assetto urbano, distinguendo chiaramente le parti urbane ed edificate dalla campagna, limitando così la dispersione insediativa e precisando in questo modo che non tutto il territorio è disponibile all’edificazione. All’interno dei limiti urbani sono previsti e dimensionati servizi, spazi pubblici e attrezzature in modo da aumentare la qualità della vita. Obiettivo prioritario diventa quello di realizzare piazze, parcheggi, luoghi centrali capaci di diventare anche riferimenti per l’organizzazione sociale delle comunità. Per questo le aree comprese all’interno del limite urbano non sono necessariamente edificabili. Compatibilmente con queste esigenze il piano consente di individuare i lotti liberi da completare nelle aree già urbanizzate e dimensiona le potenzialità per i nuovi insediamenti. I perimetri quindi rappresentano un elemento di salvaguardia nei confronti dell’ambiente e del paesaggio. Infatti il loro rispetto garantisce che le trasformazioni dei suoli non interferiscano con le invarianti strutturali, definite nello statuto dei luoghi, e non contrastino con gli obiettivi generali di tutela della identità culturale e della integrità fisica del territorio.